Dovremmo imparare non a cercare responsabilità ma a concentrarci sull’obbiettivo.
Da qualche giorno sono stati pubblicati i dati relativi ai finanziamenti nel nostro territorio a valere sul PNRR. (chi vuole vedere i dati qui il link di sintesi grazie a Dennis Angemi).
I primi bandi del PNRR uscirono a fine febbraio ‘22 a cui partecipammo presentando alcuni progetti relativi a ristrutturazioni, sociale e digitalizzazione del Comune.
Il punto però non sono i numeri che non è mio obbiettivo né ricordare né commentare.
Al di là dei freddi numeri incontrovertibili, c’è invece un dato che va affrontato con la giusta serietà del caso.
Senza entrare nel merito tecnico della questione, è ormai noto che entro il 2025, i territori della provincia di Enna saranno potenziali destinatari, di oltre 600 milioni di euro tra fondi strutturali della nuova programmazione, PNRR e SNAI. Questo evento di portata straordinaria non può non essere colto.
Mentre i fondi della programmazione sono stati ciclici (almeno per il momento) e sulla SNAI c’è ancora un lungo processo da affrontare, Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è in corsa da un anno ed è l’unica opportunità per il rilanciare il nostro territorio. Entro il 2026 bisognerà rendicontare.
Non è una questione di parte politica, di chi amministra o è in opposizione, ma di territorio e di futuro del nostro territorio.
La politica locale deve avere uno scatto d’orgoglio che non può essere di parte, che non può fermarsi alle beghe delle iniziative che mai sconvolgeranno questo territorio, ma deve proiettarsi in avanti. Occorre costruire insieme un modello di sviluppo senza inventarsi nulla.
Coinvolgere la società civile spostando il processo decisionale anche verso la partecipazione collettiva di una comunità chiamata ad essere “responsabile” di un futuro necessario. Insieme.
Tentare di evitare il declino, tentare di evitare la trasformazione in “dormitorio” a cui tutte le aree interne, senza alcun tentativo di inversione di rotta ed a causa un inesorabile spopolamento, saranno destinate a diventare fino a scomparire.
Spero affinché tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, le forze sociali di questo territorio, le imprese innovative e perseveranti, la società civile, animosa ed operosa a Regalbuto, non restino a guardare, ma si interroghino su vari livelli, si confrontino attivamente su quella che è – al momento – la prima emergenza: Progettare il Futuro avendo, ormai da un anno, un oceano di opportunità.
Un patto istituzionale tra le forze politiche di questo territorio, a partire dal mio partito – il PD – che partendo da ciò che si è fatto, costruisca un piano di sviluppo aprendosi alle opportunità che la società civile vuole e deve cogliere.
Una progettazione condivisa che segua il passo delle opportunità offerte dalla nuova programmazione (FESR, FEASR, FSE), dal PNRR con tempi stretti ma grandi opportunità di finanziamento e con la SNAI che può essere la chiave di volta per una programmazione di rete insieme agli altri 13 Comuni dell’Area interna ed attori fondamentali come il GAL Rocca di Cerere, l’Università, le imprese e le forze sindacali e datoriali di questa provincia.
Finalmente è il momento di mettere al centro del dibattito locale il territorio di Regalbuto, non più come area “marginale” o “interna” ma come punto di partenza di un nuovo sviluppo.
Partire da ciò che abbiamo già, un Piano Strategico per Regalbuto, redatto da una brillante esperta con il supporto scientifico del Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura della Università degli Studi di Catania, che racconta di bisogni e opportunità, già “partecipato” e pubblicato (per chi volesse leggerlo lo trova qui) e che in questa nuova fase potrà essere modificato, migliorato, integrato ma che rappresenta inequivocabilmente quel “Piano Strategico” che gli altri Comuni non hanno. Abbiamo una marcia in più, usiamola.
Conosco bene il tema delle difficoltà del personale degli Enti Locali ma anche della necessità di seguire un piano di sviluppo coordinato, condiviso e senza freni che, sposato da tutti, acquisisca forza, concretezza e supporto incondizionato.
E’ un momento straordinario, lontano quindi dalla “ordinarietà”. Non è un caso che il PNRR arrivi a seguito di un momento “non ordinario” come del resto la “SNAI, lontana dalla “ordinaria politica” che forse avrebbe scelto e fatto altro.
L’azione di co-progettazione diventa quindi “strategica” per determinare i contenuti di una valente strategia d’area.
Tutti gli approcci place-based dimostrano il risultato in termini di partecipazione positiva, anche attraverso la “pratica del conflitto” che ha risolto ritrosie e chiusure di chi amministrando pensava di risolvere top-down. Ancor meglio in questo contesto in cui le grandi opportunità del PNRR non limitano alle rigidità settoriali delle risorse ma danno invece totale disponibilità alla realizzazione di un processo di rigenerazione di un territorio che oggi non è al di sotto dei 5 mila abitanti – cd. Piccoli comuni – ma, considerato il trend di spopolamento degli ultimi vent’anni, lo diventerà presto.
La partecipazione va praticata e se non ora quando?
Servirebbero ore di considerazioni su temi che ho a cuore ma la sintesi, seppur non esaustiva, è necessaria. Abbiamo questa sola opportunità o saremo destinati allo spopolamento.
“Vivo qui e spero in un patto istituzionale, politico e sociale, innanzitutto da cittadino prima di scriverlo da politico.“
Osservazioni giuste e veritiere. Considerami a disposizione per qualsiasi tavolo di lavoro. Nello specifico per tutto quello che è inerente la programmazione economica e finanziaria visto la mi modesta esperienza.